Festa Patronale Cesano Boscone
festa Patronale

La storia

40 anni di Festa patronale: la storia di un paese

La storia della Festa Patronale (1981-2013)

La Festa Patronale, così come oggi viene realizzata, trae la sua origine dalla realtà parrocchiale ed è nata con un chiaro intento missionario nel 1981. Ogni anno viene scelto un tema, intorno al quale si sviluppano riflessioni e incontri culturali aperti a tutti, cittadini e ospiti.
L’obiettivo è quello di creare occasioni di partecipazione e di aggregazione in un territorio dell’hinterland di Milano, che ha vissuto numerose ondate immigratorie dall’Italia e non solo. La Festa cerca di recuperare innanzitutto le tradizioni popolari, con la consapevolezza che questo gesto può servire ad avvicinare le persone più che ad allontanarle, in un contesto sociale a volte difficile e faticoso.

Con il passare degli anni, la Festa Patronale ha assunto una valenza molto importante per Cesano Boscone: la collaborazione sempre più stretta tra le parrocchie ha consentito ai vari gruppi di volontari di conoscersi meglio e di valorizzare le risorse, le istituzioni locali e le varie associazioni hanno contribuito a migliorare il programma e l’accoglienza degli ospiti, il Palio del Cinghiale (giunto alla XVII edizione) si è rivelato una invenzione collante per i quartieri. Nell’anno 2011 la Madonna del Rosario a cui è intitolata la Festa è stata proclamata Patrona della città con bolla pontificia, dando così valenza giuridica alla manifestazione.
Ma la svolta reale della manifestazione è giunta allorquando a livello programmatico si è deciso di ospitare le tradizioni sociali, culturali, religiose e folcloristiche delle regioni di provenienza della popolazione residente.
A molti cittadini e parrocchiani è stata data l’opportunità di rigustare nella nostra cittadina la peculiarità delle proprie radici cristiane.

Un’altra svolta potente è stata intrapresa qualche anno fa con la proposta di ospitare le tradizioni sociali, culturali, religiose e folcloristiche delle regioni di provenienza della popolazione straniera residente, allo scopo di promuovere quella integrazione necessaria per una convivenza con meno rischi. Da questo punto di vista è encomiabile l’opera svolta dalla Caritas, dal centro di ascolto, dal centro di solidarietà e dalla scuola di italiano per stranieri presso la parrocchia San Giovanni Battista, in quanto ciascuna di queste realtà si adopera per far sentire a casa propria coloro che vivono lontano dalla propria terra.
Altra importante attenzione della Festa Patronale è rivolta alle persone diversamente abili e sofferenti, che l’Istituto Sacra Famiglia ospita, coinvolgendole nella competizione del Palio e nei momenti delle celebrazioni liturgiche. Alcuni reparti dell’Istituto vengono visitati dai gruppi ospiti che sperimentano il contatto diretto e la gratitudine di chi, non potendo fisicamente partecipare alla Festa, viene raggiunto ugualmente dalla gioia e dall’entusiasmo che l’evento porta con sé.
L’apice della Festa Patronale è la conclusiva e tradizionale Processione Mariana per le vie della città, alla presenza delle istituzioni, degli ospiti e dei volontari con una rilevante partecipazione popolare.

L’obiettivo è quello di creare occasioni di partecipazione e di aggregazione in un territorio dell’hinterland di Milano, recuperando le tradizioni popolari, con la consapevolezza che questo gesto può servire ad avvicinare le persone.

Risorse per la realizzazione della Festa

Quali sono le dinamiche che influiscono sulle scelte programmatiche ed economiche per la riuscita della Festa? Se ne contano ormai 40 edizioni.
Il comitato organizzatore, dopo molti anni di costituzione spontanea, ha assunto valenza giuridica con l’approvazione di uno statuto siglato dai Promotori, che ad oggi corrispondono ai tre parroci pro tempore delle parrocchie di Cesano Boscone e dal Sindaco pro tempore; per la realizzazione della Festa nel suo complesso il comitato si avvale dell’apporto di circa trecento volontari.

L’amministrazione comunale ha iniziato a collaborare dapprima pagando il concerto di un noto cantante o di un noto gruppo musicale al parco Pertini. Oggi, alla luce delle variabili introdotte nel palinsesto del programma, concede un contributo pari ad un terzo del budget necessario. Tutto il resto dei soldi necessari provengono da altre fonti: lotteria, offerte private, sponsorizzazioni, pubblicità, istituzioni regionali, provinciali, sovracomunali, enti privati e pubblici.
E’ motivo di orgoglio il fatto che la manifestazione si avvale del patrocinio della Provincia di Milano e di quello della Regione Lombardia a dimostrazione della peculiarità della impostazione programmatica della Festa (risveglio e valorizzazione delle tradizioni italiane e attività di integrazione e inclusione sociale con gli stranieri).

Ricordiamo sinteticamente i più significativi gruppi della tradizione popolare italiana ospitati nella nostra festa: il Covo (Campocavallo-AN), la Sartigliedda (Oristano), i Cristi delle Confraternite liguri (Finale Ligure-SV), i Cristi Infiorati (Artena-RM), le Infiorate (Genzano-RM e Campo Moiano-RI), le Fruste Musicali della Romagna, i Talami (Orsogna-CH), i Facchini di Santa Rosa (Viterbo), la Cavalcata di Sant’Oronzo (Ostuni-BR), la disfida dei Giusi e dei Gobi (Trento).
Molti poi sono stati i gruppi folkloristici di origine straniera ospitati per la Festa delle Genti: ricordiamo quelli provenienti dall’Uganda, Perù, Brasile, Colombia, Bolivia, Sry Lanka, Israele, Palestina, Ecuador, Kenya, ecc..

La gestione della Festa Patronale per parecchi anni ha goduto di un esito positivo di bilancio e la realtà parrocchiale ne ha giovato, potendo devolvere parte dell’utile a qualche situazione di bisogno per una scelta di solidarietà. Le ultime edizioni, vuoi per l’ampliamento del programma, vuoi per l’impossibilità di continuare a gestire direttamente alcune partite della Festa (quali la cucina) che avrebbero consentito risparmi, vuoi per motivi legati alla sicurezza delle strutture, non hanno registrato utili tali da impegnare risorse in devoluzioni importanti. Anzi, alcune edizioni hanno registrato perdite rilevanti, soprattutto a causa delle avverse condizioni atmosferiche e della conseguente minore affluenza di persone. Fino a sei anni fa la Festa era un teatro all’aperto, dove gli ospiti erano i veri protagonisti. Poi si è fatta avanti l’idea che i cittadini residenti potevano essere maggiormente coinvolti nella sua realizzazione. E allora si è cominciato con i ragazzi, i giovani e alcune realtà locali che avevano segnalato la loro disponibilità; oggi tutti desiderano partecipare alla manifestazione, con richieste aggiuntive di programmazione.

In conclusione, la Festa ha in questo trentennio influenzato la socialità della nostra cittadina e il suo sviluppo è coinciso con la crescita dell’evento. Oggi la Festa non è solo pratica di fede, intrattenimento, ecc., ma anche un fatto economico per l’intera comunità.